La Dermatite Atopica è una patologia cronica recidivante, a prevalente espressione cutanea, che si sviluppa principalmente nei bambini, anche durante i primi mesi di vita.
La sintomatologia è caratterizzata da prurito intenso, con lesioni eczematose, che compaiono in sedi tipiche: nel lattante a livello delle guance, con successiva diffusione alle regioni flessorie degli arti e alla zona retroauricolare.
Nelle età successive, l’eczema può diffondersi al tronco e manifestarsi anche con ispessimento della cute e formazione di croste, nei casi più gravi.
Quando si manifesta in età adulta, è di solito caratterizzata da una dermatite secca lichenificata.
La Dermatite Atopica è classificata come leggera, moderata o grave in base in base all’estensione e alla gravità delle lesioni cutanee, valutate secondo il punteggio SCORAD (Severity Scoring of Atopic Dermatitis). Questo punteggio viene calcolato con un’analisi visiva, combinando l’estensione e l’intensità dell’eczema, con i problemi pratici causati dall’eczema (prurito e disturbo del sonno). Mentre i primi due parametri (estensione ed intensità) sono valutati dal medico, il terzo è soggettivo e dipende da quanto il paziente risente della sua condizione.
Attualmente, la Dermatite Atopica è considerata una patologia multifattoriale.
Nel 60% dei casi di Dermatite Atopica si può dimostrare una storia familiare di atopia, se un genitore ha una predisposizione atopica vi è il 60% delle possibilità che i figli siano atopici, se entrambi i genitori sono atopici la percentuale aumenta fino all’80%. La predisposizione genetica rappresenta quindi l’elemento centrale, mentre alcuni fattori ambientali agiscono da elementi scatenanti.
Tra i fattori ambientali, di primaria importanza è la presenza di allergia agli acari della polvere, riscontrabile nella grande maggioranza dei soggetti con Dermatite Atopica, soprattutto in età infantile.
Gestione della Dermatite Atopica
Nel caso della dermatite atopica, trattandosi di una malattia cronica – ovvero che perdura nel tempo – ad oggi non disponiamo di una terapia risolutiva, almeno in senso definitivo, ma disponiamo di molti trattamenti efficaci che consentono di tenere sotto controllo le manifestazioni cutanee.
Tra le opzioni terapeutiche a disposizione, si possono ricordare i cortisonici e gli inibitori della calcineurina; entrambe queste opzioni possono essere utilizzate sia localmente (terapia topica) che per via sistemica (per via orale o iniettiva).
Nella dermatite atopica, inoltre, l’idratazione cutanea riveste un ruolo molto importante, per cui il consiglio degli esperti è quello di utilizzare creme emollienti e di curare bene l’idratazione, con un adeguato apporto idrico giornaliero.
Oggi, inoltre, sappiamo che diversi fattori ambientali concorrono a determinare un possibile peggioramento delle manifestazioni della dermatite atopica.
Nei soggetti con concomitante allergia agli acari della polvere, dovrebbero essere prese tutte le misure idonee a limitare l’esposizione agli acari, come l’utilizzo di fodere copricuscino e coprimaterassi appositamente studiate per evitare la colonizzazione da parte degli acari ed eliminare tutti gli oggetti che possono trattene polvere (peluches, tappeti, soprammobili) e permettere lo sviluppo di questi organismi.
Negli ultimi anni numerosi studi scientifici suggeriscono l’uso dei probiotici, in particolare il Lactobacillus rhamnosus (LGG), nel trattamento e nella prevenzione della Dermatite Atopica.
In diversi studi di alterazioni della flora intestinale è stata riscontrata una prevalenza di batteri appartenenti alla specie dei clostridi nei bambini atopici.
La Dermatite Atopica è una patologia allergica, e come tale, presenta uno squilibrio nel rapporto Th1/Th2.
Numerosi studi clinici sembrano supportare l’efficacia dei probiotici nel trattamento dell’eczema atopico.
Rimangono ancora delle aree da chiarire relativamente all’efficacia dei probiotici, i punti critici sono:
- dosaggio: è necessaria l’assunzione di almeno 1 miliardo (1X109) di probiotico al giorno
- tempo di somministrazione: almeno un mese per ottenere la colonizzazione intestinale
- momento della somministrazione: l’assunzione di probiotici in gravidanza sembra conferire una sorta di protezione dalla dermatite atopica ai nascituri (link entero-mammario: i processi nutritivi, metabolici ed immunologici che avvengono nell’intestino si riflettono anche sulla ghiandola mammaria, infatti la manipolazione della flora microbica materna in gravidanza può modificare la composizione del latte materno con aumento del TGF-b2 riscontrabile sino a 3 mesi dopo il parto)
- ceppi utilizzati: le proprietà e le caratteristiche dei probiotici sono ceppo-specifiche.
La maggior parte degli studi ha dimostrato che l’estensione e la qualità della risposta immunologica ai probiotici, dipende dai ceppi utilizzati. Diversi studi suggeriscono che i probiotici possono essere un possibile supporto nel trattamento della dermatite atopica.
Il ruolo svolto dai probiotici in questo ambito è ancora oggetto di discussione, ma molti autori ritengono che l’utilizzo di alcuni ceppi di probiotici (Lactobacillus rhamnosus, Bifidobacterium lactis) possano giocare un ruolo importante nel trattamento e nella prevenzione della dermatite atopica.
Le metanalisi sono degli studi che analizzano statisticamente, ed interpretano criticamente, tutti i risultati dei maggiori studi clinici pubblicati in riviste scientifiche specializzate. Una importante review pubblicata su Pediatric Allergy and Immunology ha confrontato differenti metanalisi effettuate negli ultimi anni, raffrontando vari studi clinici in doppio cieco con ceppi batterici differenti.
Titolo figura: Metanalisi di 11 studi clinici randomizzati probiotici verso il placebo nel trattamento della dermatite atopica.
Secondo gli Autori, i risultati dell’analisi dei punteggi SCORAD di 11 differenti studi clinici con probiotico in doppio cieco randomizzati contro placebo hanno dimostrato un incoraggiante effetto dell’azione dei probiotici a supporto del trattamento di pazienti affetti da dermatite atopica.
Titolo figura: Metanalisi di studi clinici in doppio cieco randomizzati con Lactobacillus rhamonosus (LGG) nel trattamento della dermatite atopica
Gli autori di questo lavoro suggeriscono, infatti, che i risultati dall’analisi statistica dei punteggi SCORAD in altri 11 studi clinici in doppio cieco con un ceppo specifico di lattobacillo (Lactobacillus rhamonosus LGG), la sua supplementazione da solo od in associazione con altri ceppi di probiotici abbia una significativa riduzione di rischio relativo nello sviluppo della dermatite atopica, mentre mix di probiotici privi di LGG, non portino ad alcun beneficio.
Da quest’analisi sembra emergere quindi che il ceppo batterico che mostrerebbe una certa efficacia clinica nella patologia della dermatite atopica sia il Lactobacillus rhamnosus, da solo od in associazione con altri ceppi probiotici.
Va ricordato che i dati, inerenti alle caratteristiche e all’azione dei ceppi probiotici, ricavati con modelli in vitro, devono essere supplementati e confermati da studi in vivo.
Tale iter risulta indispensabile tenendo conto che l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA – European Food Safety Authority), ha rigettato quasi tutti i claim presentati dalle aziende farmaceutiche in quanto ha ritenuto che fossero necessari ulteriori studi in vivo.
Attualmente sembra che l’uso di probiotici tenda ad alleviare la sintomatologia di tale patologia, sono necessari però ulteriori studi clinici per poter confermare l’efficacia di una terapia con questi prodotti.
In una recente metanalisi di studi randomizzati da Dicembre 2013, è stato esaminato l’effetto dei probiotici nel trattamento della dermatite atopica in gruppi di pazienti di differenti età, analizzando come outcome primario la differenza dei valori di SCORAD trai gruppi trattati e quelli placebo.
Venticinque trial randomizzati per un totale di 1599 pazienti sono stati analizzati e sono state riscontrate differenze statisticamente significative dei valori di SCORAD a favore dei gruppi trattati con probiotici rispetto ai gruppi controllo (placebo).
Questo studio suggerisce che i probiotici possono essere una valida risorsa nella terapia della dermatite atopica specialmente nella fase moderata e severa sia nei bambini che negli adulti.
Fooland, nel 2013, ha pubblicato una review sistematica di 21 articoli per un totale di 6859 pazienti esaminando molteplici integrazioni e supplementazioni con probiotici nella prevenzione e miglioramento della dermatite atopica in donne in gravidanza e bambini fino a 3 anni di età. Le migliori evidenze, sia in fase preventiva che di riduzione della severità della dermatite atopica, sono state rilevate sia nei trattamenti con Lactobacillus rhamnosus in donne in gravidanza ed in bambini in età neonatale.
Infine, sempre nel 2013, Kuitunen descrive in una review sull’utilizzo dei probiotici e prebiotici nella prevenzione della dermatite atopica , che la riduzione significativa dell’evoluzione della patologia avviene prevalentemente nei primi 2 anni di età .
Sempre in questo lavoro Kuitunen dimostra che la supplementazione combinata in fase prenatale e neonatale di L. rhamnosus è sicuramente la strategia migliore e più efficace per estendere l’effetto ai primi 4 anni di età, periodo in cui il microbioma non è ancora completamente formato e sviluppato.
La somministrazione di L. rhamnosus porta ad un abbassamento del livello infiammatorio sistemico inassociazione ad un controllo e spostamento della risposta immunitaria verso un pathway prettamente Th1.
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